SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE
Gli sbocchi professionali
L’insegnante di scuola
elementare
Svolge la sua attività professionale nell’ambito
dell’istruzione obbligatoria, in istituzioni pubbliche e private. Ha il
delicato compito di provvedere alla prima alfabetizzazione di bambini compresi
nella fascia di età tra i 6 e gli 11 anni. Oltre all’adeguata preparazione
didattica, che comprende una conoscenza estesa a tutti gli ambiti culturali,
possiede anche cognizioni socio-psico-pedagogiche. L’insegnante, infatti, ha un
ruolo fondamentale nella formazione dello sviluppo psico-cognitivo del bambino,
deve, quindi, aggiornarsi, avere capacità di progettazione didattica e di
verifica continua dell’apprendimento oltre che competenze comunicative e disponibilità
d’interazione e di ascolto.
L’insegnante provvede all’acquisizione di un primo
livello di abilità e conoscenze concernenti il mondo umano e naturale. In
particolare fornisce agli allievi un’educazione linguistica (lingua italiana e
una lingua straniera), storico-geografico-sociale, matematica, scientifica,
religiosa (scelta facoltativa) e motoria. Inoltre promuove la sensibilità e
l’educazione, molto importante in questa fase evolutiva del bambino,
all’immagine, alla musica e al suono.
L’insegnante elementare è tenuto a frequentare i corsi di
aggiornamento e, non solo è coinvolto, ma è egli stesso promotore di iniziative
didattiche esterne alla scuola e di iniziative attive nel prolungamento di
orario scolastico. Una parte considerevole del suo lavoro è quella che si
svolge oltre l’orario scolastico e riguarda la correzione delle prove grafiche,
gli incontri scuola/famiglia e la programmazione elaborata in collaborazione
con gli altri docenti.
L’educatore professionale
Svolge la sua attività professionale in iniziative
educative, culturali e formative volte alla prevenzione o alla riduzione del
disagio della personalità. È attivo in contesti di marginalità sociale in
generale, di multietnia e di multiculturalità, con obiettivi di tutela della persona
e della diversità con iniziative per la formazione della personalità, ma anche
per la prevenzione del disagio.
Gli ambiti di esercizio professionale sono:
— le agenzie per le
attività del volontariato;
— le istituzioni
scolastiche, le attività di coordinamento e promozione di iniziative educative
che tengono conto delle nuove configurazioni societarie, in particolare le
nuove tipologie familiari e i fenomeni migratori;
– tutte le
strutture pubbliche e private con funzione educativa, tra cui i centri per
anziani e per immigrati, il sistema penitenziario, le comunità alloggio, i
servizi sociali e i servizi culturali come le ludoteche, i musei ecc.
L’educatore socio-sanitario
Svolge la sua attività professionale, in regime di
dipendenza o libero professionista, nell’ambito di specifici progetti educativi
e riabilitativi impegnati nello sviluppo psico-fisico equilibrato dei soggetti
in difficoltà. La specificità di questa figura di educatore professionale è
data dalla sua funzione di rieducazione e prevenzione formativa, che la
distingue da analoghe
professionalità con caratteristiche prettamente sanitarie e con funzioni
terapeutiche.
I principali ambiti di esercizio professionale sono:
— le strutture
socio-sanitarie;
— le strutture
educative e detentive (residenziali e/o semiresidenziali);
— i settori dei
servizi alla persona, nell’ambito delle comunità, come supporto dei servizi
all’infanzia;
— i percorsi
educativi e riabilitativi nell’ambito della salute mentale e della disabilità,
della devianza, della tossicodipendenza, dell’integrazione interculturale,
dell’integrazione intergenerazionale;
— progetti di
ricerca, studio e documentazione.
L’educatore di comunità
infantili
Svolge la sua attività in tutte le strutture pubbliche e
private che richiedono una specifica competenza rispetto all’educazione
infantile.
I principali ambiti di esercizio professionale sono:
— le strutture e
agenzie della prima e seconda infanzia (identificabili con la fascia d’età 0-6
anni), quali le istituzioni pre-scolastiche e scolastiche: asili nido e scuole
d’infanzia;
— le istituzioni
para ed extrascolastiche di sostegno e valorizzazione: i servizi
socio-educativi di territorio, consultori, le ludoteche, i centri famiglia.
L’educatore di comunità infantili può anche esercitare
una funzione di supporto del nucleo familiare dei bambini e di coordinamento e
interrelazione tra le istituzioni scolastiche e il nucleo familiare.
L’animatore culturale
Svolge la sua attività professionale nelle strutture
educative e in quelle dedite alle attività del tempo libero.
Le figure professionali più tipiche sono:
— operatore negli
uffici istruzione degli enti locali;
— operatore negli
archivi addetti alla conservazione del patrimonio culturale, in particolare di
quello scolastico;
— operatore esperto
in didattiche del patrimonio artistico, in ambito museale, nel territorio con
attività connesse al tempo libero e con finalità educative;
— consulente
pedagogico in ambito scolastico e consulente familiare;
— figure di sistema
scuola-società-famiglia.
Il laureato in questo settore potrà, inoltre, trovare la
sua occupazione in ludoteche, laboratori didattici, biblioteche per ragazzi,
centri infanzia-adolescenza-famiglia con finalità educativa, campi estivi.
Il formatore aziendale
È una sorta di tutor o istruttore che svolge la sua
attività, in ambito pubblico e privato, all’interno di programmi di educazione
continua, permanente e ricorrente. La specializzazione di questa figura
professionale è legata all’esigenza crescente di competenze sempre più evolute
relative all’uso di nuovi media e software; infatti, se esperto nell’uso
didattico delle nuove tecnologie, il formatore aziendale può sintetizzare in sé
l’esperienza del media educator con
quella del tecnologo dell’educazione e lavorare con particolare riguardo alla
formazione a distanza (open distance
learning).
I principali ambiti professionali in cui il laureato in
questo settore può trovare la sua occupazione sono:
— i centri e le
agenzie di formazione professionale;
— le agenzie di lavoro
interinale e i centri di orientamento professionale;
— le strutture
pubbliche e private legate alla utilizzazione del Fondo sociale europeo
(progettazione, realizzazione, tutorato, verifica e valutazione), negli Ifts;
— le iniziative
promosse dalle regioni e dagli enti locali, all’interno di programmi con
finalità didattiche e di aggiornamento professionale;
— le unità
operative per la formazione e lo sviluppo delle risorse umane delle grandi
organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore;
— il campo
editoriale dove può svolgere la sua attività come operatore esperto di software
educativo.
L’operatore interculturale
Svolge, all’interno di imprese industriali e turistiche o
di istituzioni internazionali, attività professionali di formatore multiculturale,
di esperto per la progettazione e il monitoraggio di piani di formazione a
valenza multiculturale, per l’intermediazione, per la comunicazione. Può
trovare la sua occupazione professionale anche come addetto ed esperto nel
coordinamento di attività cooperative nell’ambito di organizzazioni con
personale estero o di comunità multietniche.
Il progettista/gestore di
sistemi per la gestione della conoscenza
La figura del progettista/gestore di sistemi per la
gestione della conoscenza indica colui che mantiene aggiornato il know-how
critico aziendale, progetta, promuove, facilita i processi di apprendimento per
costruire occasioni continue di stistematizzazione, capitalizzazione e
diffusione delle competenze. Partendo da un’analisi della conoscenza base
dell’azienda, progetta quindi un sistema strutturato di facile accesso al quale
ogni singola risorsa può far riferimento per il corretto svolgimento del
proprio lavoro. Questo sistema potrebbe essere paragonato a un’enorme
biblioteca contenente tutti i manuali inerenti al sapere specifico aziendale,
catalogato secondo diverse modalità di un collegamento in «real time» con un
esperto della materia, in modo da interfacciarsi in maniera ancora più rapida
per la soluzione di un problema complesso. Le competenze del
progettista/gestore di sistemi per la gestione della conoscenza prevedono la
conoscenza delle varie dinamiche dell’apprendimento degli adulti, ottime
capacità organizzative e di pianificazione, capacità organizzative e di
pianificazione, capacità organizzative e di pianificazione, capacità di analisi
e visione d’insieme, padronanza della base aziendale e, necessariamente,
familiarità con i più comuni linguaggi di programmazione.
Il ruolo dell’insegnante
nell’era digitale
La rapida evoluzione delle nuove tecnologie ha
determinato negli ultimi decenni il verificarsi di una vera e propria
rivoluzione nei sistemi di comunicazione che ha aperto la strada a innovative e
più efficaci modalità di apprendimento e di comunicazione interpersonale.
Compito dell’insegnante, quindi, diventa anche saper gestire l’interazione fra
l’allievo e le nuove tecnologie. L’efficacia didattica delle tecnologie
informatiche, infatti, dipende dall’uso e dal progetto di lavoro che sta alla
base del percorso educativo programmato dagli insegnanti, ai quali è richiesta
una specifica competenza nel sostenere adeguatamente tali esperienze.
Inoltre, attraverso l’uso delle tecnologie multimediali
gli insegnanti hanno la possibilità di svolgere un numero di compiti sempre
maggiore e sempre più complessi, avendo però a disposizione una vasta gamma di
funzioni e mezzi.
Al fine di avviare un’adeguata riqualificazione
professionale del docente la maggior parte dei paesi europei ha avviato nella
scuola i piani di sviluppo dell’ICT (Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione). Vi è la consapevolezza che, indipendentemente dalla dimensione
delle attrezzature e delle reti, è solo tramite insegnanti formati che gli
allievi riusciranno a capire pienamente quanto le nuove tecnologie possono
aiutarli nel processo di apprendimento. Le competenze necessarie per gestire
l’ICT sono complesse. Non è possibile, infatti, equiparare i docenti a semplici
utenti cui insegnare le applicazioni d’ufficio, come ad esempio nel caso degli
impiegati. Dovranno saper usare i pacchetti applicativi generali, le
applicazioni multimediali, il software specifico delle varie materie, trovare
le fonti d’informazione idonee su Internet e, compito cruciale, valutare se
queste siano quelle giuste per l’attività scolastica. È necessario, quindi, che
il docente acquisti non solo una banale competenza informatica, ma una reale
capacità gestionale della multimedialità nella sua interezza.
La formazione dovrà avviarsi verso delle scelte
fondamentali quali:
— creare competenze funzionali di base
sull’ICT: i docenti dovranno conoscere e saper gestire le ICT;
— sviluppare
abilità pedagogiche e conoscenza finalizzate all’uso dell’ICT in classe: ai
docenti viene richiesta la consapevolezza di quali nuove opportunità l’ICT offre,
di come le risorse tecniche possano essere gestite in classe e come di
conseguenza l’apprendimento possa cambiare.